InvestInBari è la piattaforma incoming per investitori, aziende e talenti interessati a localizzarsi a Bari, in Italia.
Il suo sportello OneStopShop fornisce informazioni, snellisce i processi e facilita le operazioni con le istituzioni e le agenzie locali.
SEMPLIFICAZIONE DI PROCESSI E PROCEDURE
ZES-Zona economica speciale
Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono state istituite per favorire la crescita del Mezzogiorno, attraverso lo sviluppo e l’espansione delle imprese già operanti e la costituzione di nuove società.
L’obiettivo delle ZES è incoraggiare e semplificare l’attività imprenditoriale attraverso concessioni, semplificazioni e incentivi a vario titolo. Le Zes sono costituite da porti, aree retroportuali, piattaforme logistiche e interporti, durano almeno sette anni, possono essere regionali o interregionali e comprendono anche aree non adiacenti ma connesse a livello economico e infrastrutturale.
I beneficiari sono le imprese operanti nel territorio di una Zona Economica Speciale, possono beneficiare di un pacchetto di agevolazioni fiscali, sotto forma di credito d’imposta, incentivi economici e semplificazioni amministrative. È un insieme di opportunità a favore delle piccole, medie e grandi imprese che decidono di investire nelle regioni italiane meno industrializzate del nostro Paese e creano condizioni favorevoli allo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia.
Bari fa parte della Zona Economica Speciale ‘Interregionale Adriatico’ che consente notevoli benefici in termini di agevolazioni fiscali e semplificazione amministrativa a vantaggio di attrarre nuovi investimenti. (https://zes.regione.puglia.it/what-are-sezs/)
L’estensione totale della ZES adriatica è di 3405 ettari di cui 2899 in Puglia.
È suddiviso in 5 poli che comprendono il Polo di Bari che comprende i Porti di Bari, Monopoli e Molfetta, l’area dell’Aeroporto di Bari, l’Interporto Regionale di Puglia, l’Area ASI di Bari – Modugno, l’area portuale retrostante Molfetta, la zona MAAB, la zona industriale di Bitonto, la zona industriale di Monopoli, la zona industriale di Altamura e la zona industriale di Gravina.
Processi e velocità
Il processo per usufruire degli incentivi è semplice, grazie all’utilizzo di piattaforme informatiche guidate, flessibili, in quanto soggette a procedure negoziali per adeguare i programmi alle specifiche esigenze del mercato e delle imprese e beneficiano del fattore di successo di PROSSIMITÀ, in quanto ente gestore (Puglia Sviluppo spa) assicura disponibilità per incontri, briefing e processi di orientamento e accompagnamento.
Il progetto Invest In Bari-One Stop shop, attraverso un check up dei fabbisogni di investimento, accompagna tutti gli investitori interessati ad individuare gli incentivi più adeguati. Una volta individuati gli incentivi, l’azienda sarà guidata per tutti gli aspetti burocratici dalla presentazione del progetto di investimento fino all’ottenimento del contributo.
In media un contratto di programma può richiedere dai 3 ai 6 mesi per essere impostato.
Immediatamente dopo la presentazione del progetto, di norma entro un paio di mesi, la proposta viene valutata e se l’iniziativa di investimento viene accettata, viene stanziato il budget corrispondente.
L’investitore deve quindi presentare un progetto esecutivo, inclusi pacchetti di lavoro, pietre miliari e risultati finali. I pagamenti di Puglia Sviluppo vengono effettuati al raggiungimento di corrispondenti milestone.
Sono ammissibili tutte le spese successive all’accettazione della proposta iniziale. La durata del progetto è generalmente di 36 mesi.
Tutte le spese ammissibili devono essere contabilizzate in conformità con le norme e i regolamenti dell’UE.
Legislazione sul lavoro
La normativa sul lavoro privato in Italia è regolata dai contratti collettivi di lavoro nazionali. I contratti sono definiti per settore di attività (meccanica, commercio, agricoltura, ecc…). I contratti sono definiti dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni rappresentative delle imprese e regolano: livelli salariali, orari, malattie, infortuni, ferie, strumenti assistenziali, ecc. L’impresa privata è libera di scegliere il contratto collettivo di lavoro tra quelli riconosciuti come rappresentativi.
L’Italia prevede vari incentivi per le nuove assunzioni, come abbiamo descritto nel paragrafo incentivi di questo documento (vedi sotto).
Smart Working Con il Covid 19 il ricorso allo smartworking ha avuto una fortissima accelerazione sia per le aziende pubbliche che per quelle private. In questo primo periodo post Covid per il settore pubblico sono state emanate normative nazionali che consentono di mantenere lo smartworking per un periodo dal 20% al 40% delle volte.
Per le aziende private, invece, hanno accordi diretti tra datore di lavoro e lavoratore dipendente per regolare le modalità di svolgimento dell’attività.
Nel settore IT la maggior parte delle aziende ha scelto lo smartworking come forma di lavoro standard anche nel periodo post-emergenza Covid19. Questa dinamica, negli ultimi due anni, ha generato una forte mobilità del personale che preferisce stabilire la propria residenza nelle città più piccole rispetto alle grandi città. Puglia e Bari rappresentano una meta già scelta da tanti lavoratori che si sono trasferiti potendo lavorare in smartworking.
Parliamo ora del fenomeno dei nomadi digitali. I nomadi digitali hanno scelto massicciamente la Puglia come meta privilegiata.
L’Italia facilita il trasferimento e il nomadismo digitale e ha previsto normative specifiche che facilitano il trasferimento con uno specifico visto di un anno, senza “nulla osta”, per i lavoratori altamente qualificati provenienti da paesi extra UE che lavorano a distanza. Questi lavoratori possono entrare in Italia al di fuori delle quote previste per ogni anno dal decreto flussi: non sarà richiesto alcun permesso di lavoro e sarà rilasciato un permesso di soggiorno della durata di un anno a condizione che il titolare abbia la disponibilità di un’assicurazione sanitaria (a coprire tutti i rischi nel territorio nazionale) e che siano rispettate le disposizioni fiscali e contributive vigenti della normativa nazionale.
Assunzioni internazionali
L’ingresso in Italia degli stranieri non comunitari è disciplinato dal Testo unico sull’immigrazione (D.lgs. 25 luglio 1998, n. 286).
L’articolo 7 comma 1 recita che: “Al di fuori dell’ingresso per lavoro […], autorizzato in base alle […] quote, il regolamento di attuazione stabilisce modalità e termini di dettaglio per il rilascio dei permessi di lavoro, visti d’ingresso e permessi di soggiorno per i dipendenti, per i […] dirigenti o personale altamente specializzato di società o società controllate in Italia o di uffici di rappresentanza di società estere aventi la sede principale di attività nel territorio di uno Stato membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, o dirigenti di sedi in Italia di società italiane o di altri Stati membri dell’Unione Europea”.
La procedura per l’assunzione di lavoratori da Paesi extra UE è avviata mediante l’inoltro, da parte del datore di lavoro, di istanza di nulla osta telematico all’ingresso del lavoratore, al Ministero dell’Interno, tramite lo Sportello Unico Immigrazione (SUI) competente per il territorio (quello di Bari, in questo caso).
L’applicazione telematica deve indicare:
- gli estremi del datore di lavoro, del titolare o legale rappresentante dell’impresa, della ragione sociale, della sede legale e del luogo di lavoro;
- le generalità del lavoratore straniero che si intende assumere, compresa la residenza all’estero;
- le specifiche del contratto, nel rispetto delle leggi applicabili e dei contratti collettivi nazionali di lavoro, che saranno riportate anche sulla proposta di contratto di soggiorno;
- un impegno a pagare non meno di quanto previsto dai contratti collettivi applicati;
- l’impegno a garantire un alloggio provvisto dei requisiti di alloggio e l’impegno a pagare le spese di viaggio per il rientro del lavoratore nel Paese di origine, in caso di espulsione;
- impegno a comunicare eventuali variazioni del rapporto di lavoro.
- Lo Sportello Unico dell’Immigrazione acquisisce i pareri della Questura e della Direzione provinciale del Lavoro e comunica il rilascio del Nulla Osta.
Il cittadino straniero deve recarsi, entro 180 giorni, presso la Rappresentanza Diplomatica o Consolare italiana per richiedere il visto di ingresso.
Ottenuto il visto ed entrato in Italia, il lavoratore, entro 8 giorni, deve recarsi, accompagnato dal datore di lavoro, allo Sportello Unico dell’Immigrazione per firmare il contratto di soggiorno e richiedere il permesso di soggiorno per lavoro.
Una volta entrato in Italia con il visto di ingresso corretto e dopo aver richiesto il relativo permesso di soggiorno presso lo Sportello Unico di competenza puoi svolgere regolarmente la tua attività presso l’azienda del tuo datore di lavoro.
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Ultimo aggiornamento
2 Novembre 2022, 12:07